APPARTENENZA A UN GRUPPO SOCIALE

 

 

PSICOLOGIA SOCIALE : I GRUPPI SOCIALI

Un gruppo sociale è composto da un certo gruppo di persone che 

  • entrano in relazione tra loro con regolarità;
  • condividono un senso di appartenenza e un'identità;
  • hanno, in modo più o meno consapevole, obiettivi comuni.

I gruppi hanno un'importanza fondamentale in tutto il corso dell'esistenza.

  • Nella prima e seconda infanzia dipendiamo in tutto dagli adulti.
  • Nella fanciullezza e nell'adolescenza oltre alla famiglia abbiamo la scuola e il gruppo dei coetanei, nei quali acquisiamo molte competenze sociali e costruiamo le basi della nostra identità.
  • Nell'età adulta la capacità di relazionarsi con gli altri serenamente e la produttività sul lavoro sono presupposti fondamentali per l'autorealizzazione.
  • Nella terza e quarta età cerchiamo un nuovo ruolo sociale che confermi il nostro valore di persona.

La maggior parte di noi, nel corso dell'esistenza, appartiene contemporaneamente a gruppi diversi (famiglia, gruppo sportivo, scuola, ecc).

Essere parte di gruppo significa anche adeguarsi alle sue aspettative, rispettare le sue regole interne e conformarsi a esse. E' come un codice segreto che bisogna dimostrare di conoscere perché si apra quello spiraglio che ci permette di passare dalla condizione di "esterni" a quella di "interni" al gruppo.

La prima impressione

Le persone decidono come comportarsi con gli altri in base a pochissime informazioni raccolte nei primi incontri. Nella nostra mente è come se fossero conservati alcuni schemi dentro i quali cerchiamo di collocare le persone che incontriamo (stereotipi). Certe volte è molto difficile cancellare la prima impressione.

Giudicare noi stessi e gli altri

In psicologia si dice che esiste un "asimmetria" tra come osserviamo noi stessi e gli altri. Si tratta di un meccanismo psicologico inconsapevole. Nei casi in cui dobbiamo giudicare gli altri, tendiamo spesso ad attribuire la causa di un comportamento alla persona stessa e alle sue abilità, non alla sfortuna o a qualche altro motivo esterno. Se dobbiamo invece giudicare noi stessi nelle stesse situazioni, tendiamo a essere meno severi.

GRUPPI E STEREOTIPI

 Una delle caratteristiche di un gruppo è la coesione, cioè la tendenza a mantenerne intatta la struttura e la composizione. Appartenere a gruppo fa sentire riconosciuti, compresi, protetti, sicuri. La coesione può anche avere conseguenze negative: può favorire la chiusura (casi estremi sono i gruppi razzisti e terroristi), il radicarsi di pregiudizi condivisi difficilmente superabili, l'estraniazione dalla realtà. 

La coesione nei gruppi crea una separazione tra i membri dell'ingroup e i membri dell'outgroup. Le differenze vengono accentuate e le somiglianze messe in secondo piano. 

Dimensioni di un gruppo

  • piccolo gruppo: tre e una decina di membri, in un'interazione faccia a faccia continua, con una coscienza di gruppo, con un'organizzazione stabile (ruoli e regole più o meno definiti);
  • grande gruppo: con un numero di individui che interagiscono in modo meno confidenziale e in termini di ruoli specifici.

Rapporto tra dimensione di un gruppo e relazioni al suo interno

  • diade rapporto esclusivo ed essenziale, ogni membro è indispensabile all'altro e per questo è molto fragile ma anche il più appagante;
  • triade rapporto instabile, c'è sempre il rischio che diventi disomogeneo;
  • differenziazione dei ruoli: si ha nei gruppi più numerosi per avere una buona divisione dei compiti e quindi stabilità e produttività. Può portare all'istituzione del leader;
  • sottogruppi: tendono ad esserci nei gruppi numerosi e sono spesso in tensione tra loro.

Le figure di un gruppo

In modo spontaneo si attua una differenziazione dei ruoli in base alle caratteristiche di ciascun membro.

  • il leader
  • l'escluso
  • il solitario
  • il dipendente
  • il capro espiatorio
  • il sostenitore morale
  • l'esibizionista

La socialità online e offline

Sono diffusi due timori

  1. si teme che il dilagare delle relazioni online ci faccia perdere qualcosa della nostra umanità in quanto si tratta di rapporti virtuali e non reali;
  2. si teme che ci si riduca ad atomi individualizzati annullando la socialità.

Una ricerca intitolata "Why we post" invita ad evitare le contrapposizioni semplicistiche come virtuale vs reale e a riconoscere che molte persone sono oggi impegnate in una molteplicità di comunicazioni e identità online e offline senza un confine netto tra esse.

LA LEADERSHIP

Il leader ha un posizione di superiorità che può essere formale o informale, come anche le sue modalità di influenza. La leadership può essere autoritaria (severa e direttiva), democratica (basata sulla collaborazione e sul consenso) e laissez-faire (permissiva). La migliore è la democratica. 

Il leader orientato al compito   

  • si prefigge il raggiungimento di alcune mete
  • è più efficiente quando bisogna prendere decisioni importanti in breve tempo

 Il leader della relazione 

  • ha a cuore il buon andamento dei rapporti
  • è più efficiente quando bisogna affrontare un problema relazionale (es. un litigio) all'interno del gruppo

Il famoso esperimento condotto dallo psicologo Stanley Milgram dimostrò che qualsiasi persona, anche civile ed educata, sotto certe condizioni di pressione poteva trasformarsi in un carnefice, soprattutto se la responsabilità delle sue azioni veniva percepita come lo svolgimento di pratiche burocratiche ed esecuzioni di ordini superiori. 

Nel 1950 fu pubblicata "La personalità autoritaria", un'opera di Theodor Adorno. I risultati mostrano quattro elementi legati all'autoritarismo: antisemitismo, etnocentrismo, conservatorismo (attaccamento alle cose come sono) e la tendenza antidemocratica (sottomissione all'autorità, aggressività, distruttività, cinismo).

Adorno, Frenkel-Brunswik, Levinson, Sanford. La personalità autoritaria:  perso | eBay

L'INFLUENZA DEL GRUPPO SUL SINGOLO

L'interazione di gruppo ha un affetto detto polarizzante, cioè si ha la tendenza a spingersi verso atteggiamenti estremisti che da soli non si avrebbero (es. tifosi allo stadio).

Un esempio celebre è l'esperimento di Philip Zimbardo che mostrò sia la forza del ruolo e della situazione sul comportamento delle persone, sia l'impressionante effetto prodotto su individui moralmente "normali" dalla distribuzione di forze tra autorità e persone subordinate.

I pericoli del conformismo

L'esperimento di Asch dimostra come gli individui siano influenzati dagli altri componenti del gruppo e come spesso adottino opinioni altrui senza un'adesione interiore (conformismo pubblico). Il disaccordo crea confusione, conflitto e indebolisce i nostri rapporti con gli altri e la considerazione che abbiamo di noi stessi, per questo lo evitiamo.



 
 

 

 

 

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